RESTAURO ED INTERVENTI SULL'ESISTENTE

Ex-Oratorio B.V. della Provvidenza di Villa Seghizzi – Coccapanni

Categoria

Restauro e Interventi sull'esistente

Committente

Congregazione Chiesa Ortodossa di Modena

Luogo

Modena (MO)

Tempi

2003

La chiesa, in origine Oratorio dedicato alla B.V. della Provvidenza, era parte del complesso della Villa Seghizzi – Coccapani, ubicata a Saliceto Panaro. La sua realizzazione risale al 1834, ad opera del modenese Cesare Costa, “ingegnere e architetto”. La cappella in stile neogotico, ubicata nel giardino all’inglese della villa, fu voluta dalla contessa Giulia Seghizzi all’indomani delle sue nozze con il marchese Ercole Coccapani e fu risparmiata alla demolizione della villa, avvenuta nel 1967.

L’edificio, in mattoni del tipo facciavista, presentava estese manifestazioni di degrado sulle facciate, imputabili principalmente ad interventi eseguiti con materiali e tecniche non compatibili con le caratteristiche architettoniche e materiche originarie (stuccature con malte cementizie e ossidi), oltre a quello determinato dalla umidità di risalita, causa di efflorescenze saline e disgregazione di alcuni degli elementi in laterizio. 

L’intervento di restauro è consistito principalmente nella rimozione delle risarciture eseguite con materiali incongrui, nella pulitura accurata del paramento tramite lavaggio con acqua deionizzata e spazzole morbide, nel fissaggio e consolidamento di porzioni di cornici distaccate, nell’esecuzione di scuci-cuci, soprattutto nella zona basamentale e nel trattamento finale con scialbo a base di latte di calce pigmentato con polvere di cotto, in grado di uniformare cromaticamente la facciata.

La chiesa, in origine Oratorio dedicato alla B.V. della Provvidenza, era parte del complesso della Villa Seghizzi – Coccapani, ubicata a Saliceto Panaro. La sua realizzazione risale al 1834, ad opera del modenese Cesare Costa, “ingegnere e architetto”. La cappella in stile neogotico, ubicata nel giardino all’inglese della villa, fu voluta dalla contessa Giulia Seghizzi all’indomani delle sue nozze con il marchese Ercole Coccapani e fu risparmiata alla demolizione della villa, avvenuta nel 1967.

 

L’edificio, in mattoni del tipo facciavista, presentava estese manifestazioni di degrado sulle facciate, imputabili principalmente ad interventi eseguiti con materiali e tecniche non compatibili con le caratteristiche architettoniche e materiche originarie (stuccature con malte cementizie e ossidi), oltre a quello determinato dalla umidità di risalita, causa di efflorescenze saline e disgregazione di alcuni degli elementi in laterizio. 

 

L’intervento di restauro è consistito principalmente nella rimozione delle risarciture eseguite con materiali incongrui, nella pulitura accurata del paramento tramite lavaggio con acqua deionizzata e spazzole morbide, nel fissaggio e consolidamento di porzioni di cornici distaccate, nell’esecuzione di scuci-cuci, soprattutto nella zona basamentale e nel trattamento finale con scialbo a base di latte di calce pigmentato con polvere di cotto, in grado di uniformare cromaticamente la facciata.