CHIESA DI SANT’IGNAZIO DI LOYOLA – CARPI (MO)
LUOGO: Carpi, Modena
TIPOLOGIA D’INTERVENTO: progetto di restauro con interventi di miglioramento sismico a seguito degli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012
COMMITTENTE: Diocesi di Carpi
RESPONSABILE DELL’INCARICO: arch. Anna Allesina
STATO DI AVANZAMENTO LAVORI: intervento ultimato
TEMPI: 2013 – 2019
I Gesuiti, presenti a Carpi a partire dal 1622, dopo aver officiato nell’antica Chiesa della Sagra, decisero di intraprendere la costruzione della chiesa di Sant’Ignazio nel 1660, su progetto di Antonio Loraghi, architetto dell’epoca che sostituì l’architetto ducale Bartolomeo Avanzini nei principali cantieri estensi. La chiesa venne ultimata e inaugurata solennemente nel 1682.
La particolare attenzione mostrata al progetto da parte dei Gesuiti ha portato alla realizzazione di una chiesa a croce greca, con grande cupola centrale: non si tratta pertanto di un tentativo di semplificazione, quanto piuttosto una ricerca verso l’ottimizzazione funzionale degli organismi architettonici. I lavori proseguirono anche dopo la data di inaugurazione: si completò la decorazione interna, con il compimento delle ancone d’altare e del maestoso Altare Maggiore in scagliola policroma, da ritenersi senza dubbio una delle realizzazioni più importanti della scuola della scagliola Carpigiana.
Con l’allontanamento dei Gesuiti, avvenuto nel 1773 a seguito della soppressione della compagnia, il complesso del collegio fu assegnato al Seminario, mentre la chiesa venne officiata prima dalla Confraternita di S. Maria della Misericordia, poi dai Filippini ed infine annessa al Seminario (circa 1822).
Dopo una serie di interventi di restauro realizzati a partire dal 2005, la chiesa divenne nel 2007 sede del Museo Diocesano di Arte Sacra “Cardinale Rodolfo Pio di Savoia”.
Il sisma del 2012 determinò sull’edificio un quadro fessurativo di ingente entità che evidenziava con chiarezza alcune carenze strutturali, quali, principalmente:
- scarso ammorsamento tra i maschi murari e mancato collegamento (peculiarità costruttiva originaria) fra componenti strutturali;
- strutture di copertura spingenti (in particolare relativamente al tiburio);
- insufficiente rigidezza nel piano di falda della copertura della zona absidale;
- mancanza di dispositivi (catene, ecc.) in grado di assorbire le spinte orizzontali di alcuni elementi strutturali (archi, strutture di copertura, ecc).
I principali interventi di miglioramento sismico realizzati sono stati i seguenti:
AREA 1, CUPOLA E TIBURIO: cerchiatura del tiburio; consolidamento della cupola e potenziamento dei sistemi di contenimento delle spinte;
AREA 2, INGRESSO, TRANSETTO E ABSIDE: consolidamento con materiale composito delle volte a botte di ingresso e transetto, e dell’abside; inserimento di nuove catene sugli arconi di sostegno di cupola e abside;
AREA 3, INVOLUCRO ESTERNO: consolidamento a scuci-cuci delle murature, intonaci e sagramature; consolidamento delle aperture finestrate e del portale d’ingresso; riposizionamento delle sfere lapidee e della croce sul timpano in facciata; consolidamenti localizzati nel campanile;
AREA 4, ARCHIVIO/BIBLIOTECA E SCALA DI ACCESSO AL SOTTOTETTO: consolidamento del solaio dell’archivio/biblioteca; inserimento di una nuova scala metallica di sicurezza di accesso al sottotetto e al campanile;
AREA 5, CANTORIE: consolidamento delle volte cantorie al secondo livello;
AREA 6, STRUTTURE DI COPERTURA: consolidamento e potenziamento dei sistemi di contenimento delle spinte all’estradosso della cupola e delle volte cantorie; revisione piano di posa e manto di copertura.